Assistere le imprese italiane all’estero è uno dei compiti della Simest:
ad elencarli tutti è stato questa mattina il presidente della Società italiana
per le imprese all'estero, Giancarlo Lanna, che,
insieme a Gian Carlo Bertoni, dirigente responsabile del Dipartimento
promozione e marketing, è stato sentito dal Comitato per le questioni degli
italiani all’estero.
Nell’introdurre l’ospite, il senatore Firrarello (Pdl), presidente del Cqie,
ha sottolineato come "la promozione dell'imprenditorialità italiana
all'estero sia una problematica di grande rilievo per i cittadini e le imprese
italiane, soprattutto nella difficile congiuntura economica interna e
internazionale che l'Italia sta attraversando".
La Simest, ha spiegato Lanna, "è una
finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all'estero,
controllata dal Governo italiano che detiene il 76% del pacchetto azionario,
mentre la restante quota è detenuta da banche, associazioni imprenditoriali e
di categoria. Fino all'anno scorso, Simest operava esclusivamente al di fuori
dell'Unione europea, mentre attualmente tale limitazione, legata all'esigenza
di evitare la qualificazione come aiuti di Stato delle partecipazioni, è stata
superata".
Operativa
dal 1992, la società "ha approvato sinora più di 1.100 progetti di
partecipazione in iniziative di investimento all'estero, per oltre 23 miliardi
di euro complessivi. Dal 1999 ha rilevato parte dell'operatività del
Mediocredito centrale nel settore del sostegno alle esportazioni"."Il
tessuto economico italiano, costituito in gran parte da piccole e medie
imprese, - ha aggiunto Lanna – ha una particolare esigenza di accompagnamento
nell'ingresso sui mercati internazionali. Un punto di forza è quello
dell'attitudine all'esportazione nei mercati emergenti e anche in continenti
molto distanti geograficamente. Dei passi in avanti possono comunque essere
compiuti nella collaborazione con le Camere di commercio soprattutto nel campo
del business scouting, cioè nella ricerca di opportunità di investimento
all'estero e di commesse commerciali".
Lanna
ha riferito che "gli imprenditori italiani eccellono nello stabilirsi
all'estero integrandosi con il contesto di destinazione, ma anche
nell'esportazione ad esempio di macchine utensili, nel settore agricolo e nel
settore petrolifero. A seconda del paese di destinazione, peraltro, le istanze
di assistenza si diversificano. Intento della Simest è anche quello di
sostenere politiche di filiera per rendere le imprese italiane competitive,
creando ad esempio parchi industriali e fornendo assistenza nel reperimento di
soci, nell'elaborazione di studi di fattibilità e nell'assistenza finanziaria,
legale e societaria relativa a progetti di investimento all'estero. In questo
senso – ha sottolineato – la presenza di una coesa comunità italiana all'estero
può essere di supporto".
A
Firrarello che ha chiesto come si atteggi in concreto il rapporto tra le
imprese italiane e gli Stati stranieri in cui operano e in particolare sul
coinvolgimento dei Governi e del settore privato, Lanna ha spiegato che
"si tratta di rapporti sul piano privatistico tra imprese italiane e
imprese locali, anche ove si operi in paesi stranieri ad economia
pianificata".
La
Simest, ha aggiunto, "collabora con le Camere di commercio, le ambasciate
e i consolati, che da ultimo risultano molto più attive nella segnalazione e
nella sollecitazione di opportunità di investimento".
Oltre
alla rete consolare e alle CCIE, la Simest collabora anche con la Sace,
"che interviene nell'assicurare i crediti" e con le banche italiane
presenti all'estero.
A
livello istituzionale, ha puntualizzato, "ci sono accordi intergovernativi
per l'istituzione di zone economiche speciali, ove sono previste agevolazioni
per gli insediamenti produttivi ovvero di zone franche, con un regime
favorevole di dazi doganali".
Sul fronte dell’internazionalizzazione e della
collaborazione con tutti gli attori presenti all’estero, la Simest, ha detto Gian Carlo Bertoni, "individua le
opportunità di investimento e mette in contatto le imprese italiane e
straniere. Mentre ambasciate e consolati forniscono soprattutto informazioni e
assistenza in generale ai cittadini e alle imprese, la Simest è focalizzata sul
settore degli investimenti e degli affari, sostenendo anche l'interscambio tra
imprenditori e Camere di commercio".
Presente alla seduta, il senatore Fantetti (Pdl) ha
voluto ricordare "i buoni risultati ottenuti dalla Simest nel corso degli
anni", di cui, ha aggiunto, "ho avuto testimonianza diretta per la
mia esperienza professionale", ma segnalato, allo stesso tempo, "un
insufficiente livello di conoscenza da parte delle imprese italiane delle
opportunità offerte dal canale estero non solamente a livello di rete
diplomatico-consolare e di Camere di commercio, ma anche di organismi
rappresentativi delle collettività italiane nel mondo". Il senatore ha
quindi chiesto un chiarimento sulle relazioni esistenti tra la Simest e le
banche internazionali di sviluppo.
"Esiste
un consolidato rapporto di collaborazione con la Banca Europea per la
Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e con le altre banche di sviluppo", gli
ha risposto Lanna, precisando che, però, "fino all'anno scorso la Simest
operava esclusivamente al di fuori dell'Unione europea". Dal canto loro,
ha aggiunto, "le imprese italiane presentano una netta preferenza al
sostegno alle esportazioni, a scapito degli investimenti diretti, il che non
consente di sfruttare appieno tutte le opportunità che il canale del
finanziamento al capitale può offrire".
Senatore eletto in Europa, Micheloni
(Pd) ha
chiesto una valutazione sul riassetto che ha riguardato l'Ice e dei chiarimenti
sui progetti che hanno riguardato in particolare la Svizzera. Per il senatore
occorrerebbe "migliorare la collaborazione tra le istituzioni italiane a
sostegno delle imprese e le ambasciate e i consolati" e sapere bene
"come in concreto un'impresa italiana possa mettersi in contatto con la
Simest".
Per
Lanna "negli ultimi anni la collaborazione tra Simest e la rete degli
uffici all'estero del Ministero degli Affari esteri è molto migliorata. Vi è un
costante confronto tra Simest, Sace e Ministero degli Affari esteri".
Quanto
alle modalità concrete di rapporto tra Simest e imprese, il presidente ha
sottolineato che "ci sono occasioni specifiche di contatto. Inoltre esiste
un canale informativo a livello regionale, mentre per la presentazione delle
istanze è operativa la sede di Roma. L'istruttoria sulle domande di
finanziamento per studi di sostegno all'esportazione è meno complessa di quella
sui finanziamenti in conto capitale. In tale ultima ipotesi, infatti, è
previsto un intervento di private equity nella fase di avvio per la durata
massima di otto anni, con una valutazione del progetto industriale. L'analisi è
approfondita in quanto si tratta di investire fondi pubblici e il riscontro in
termini di utili è positivo. Credo – ha aggiunto – che un ulteriore miglioramento
della collaborazione con le imprese potrebbe essere ottenuto dagli specifici
accordi sottoscritti con Unioncamere e le associazioni di Confindustria
territoriali, per raggiungere imprese con sede anche distante da Roma".
Per Lanna, invece, "un fattore di criticità è
rappresentato dalla qualificazione del commercio estero come potestà
concorrente tra Stato e regioni. Vi è la tendenza degli organismi regionali –
ha spiegato – a destinare risorse a canali diversi rispetto al venture capital,
il quale secondo me andrebbe privilegiato". Quanto alla presenza di Simest
nell'Unione europea, "essa è essenzialmente legata alle operazioni di
partecipazione al capitale, una volta superato l'ostacolo della qualificazione
come aiuti di Stato. La Simest – ha voluto puntualizzare – effettua una precisa
scelta di affidare le opzioni imprenditoriali al management delle società,
senza interferenze nella gestione dell'azienda". Sull’Ice, Lanna ha
diplomaticamente osservato che "le scelte normative sul riassetto dell’istituto
devono essere valutate con attenzione, per non disperdere il prezioso
patrimonio costituito dalle sedi estere". (aise)
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