Sono sempre stata chiaramente e dichiaratamente ostile alle multinazionali.
Tuttavia, apprezzo quando da parte del management si presenta la volontà di implementare azioni focalizzate su tematiche come la salvaguardia dell'ambiente e affini, vedi riscaldamento climatico, inquinamento, impoverimento del suolo.
Tra queste vi cito l'esempio di Danone che di recente (esattamente 10 giorni fa) ha invitato alcuni blogger - io tra di loro - a visitare lo stabilimento di Casale Cremasco.
Gli stimoli che ho ricavato dalla visita alla Danone sono stati estremamente positivi e innumerevoli. Perciò avrei voluto avere più tempo per immagazzinare il tutto, per riflettere e poi redigere una serie di post, perché questi sono temi delicati che non sono solita prendere alla leggera, ma su cui amo soffermarmi, anche a lungo, se necessario, ma è tempo di dare un feedback a chi mi ha selezionata per questo tour...
Partiamo con il chiederci perché dovremmo considerare 'green' un'azienda come Danone?
Ce lo ha spiegato Simone Ceruti, Direttore Relazioni Esterne, Danone.
Il Gruppo Danone ha annunciato i piani per ridurre le sue emissioni di CO2 di del 30%.
Come ha intenzione di ottenere questo ambizioso traguardo?
Attraverso tre passi fondamentali:
1. misurare
2. ridurre
3. compensare
Cito dal comunicato:
Questa dichiarazione d'intenti è oggi stata tradotta in un piano di azione 2008-2012 per tutte le filiali:
-30% di riduzione dell'impronta CO2 (in kgCO2 /kg prodotto) di tutte le attività dirette (siti industriali, packaging e trasporti). Questo impegno è particolarmente evidente attraverso:
20% riduzione di consumo energetico legato all'attività industriale
20% aumento entro il 2020 dell'uso di energie da fonti rinnovabili
-raggiungere la Carbon Neutrality per i brand più importanti, inclusa Evian, per la fine del 2011
-concretizzare delle soluzioni di compensazione che incorporino tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile
Per dare vita a questi obiettivi, Danone ha creato un dipartimento Nature che si occupa di coordinare, valutare e promuovere azioni all'interno del Gruppo, attraverso strumenti di misurazione affidabili.
E di successi Danone ne ha ottenuti parecchi su questo versante se pensiamo che nel 2008 il Gruppo ha creato un fondo per la natura, il Danone Fund for Nature, attraverso cui sostiene iniziative che promuovono, recuperano o rinnovano gli ecosistemi grazie alla loro capacità di assorbire il monossido di carbonio.
Da diversi anni il Gruppo Danone è inoltre presente nel Dow Jones Sustainability Index e nel 2009 è diventato il benchmark per la sua categoria proprio sua grazie alla puntuale attività di reportistica sull'ambiente
Ovviamente anche Danone Italia fa la sua parte come ci spiega Gianluca Mormile, Direttore Industriale, Danone S.p.A.
A Casale Cremasco si applica la politica "Packaging impacts" il cui fine è di integrare la protezione dell'ambiente a partire dalla fase di progettazione fino alla fine del ciclo di vita del packaging dei prodotti.
Da segnalare il processo di termoformatura dei vasetti con lo studio di una plastica diversa, chiamata "Foam", che, grazie alla presenza di bolle d'aria all'interno della plastica, permette una riduzione in peso di circa il 20%
Si applica, inoltre una specifica policy "Environmental footprint" i cui indicatori dedicati sono: acqua consumata/tonnellate prodotto. Il direttore di stabilimento ha nel proprio sistema di incentivazione obiettivi di efficienza nel consumo di acqua.
Non dimentichiamo poi l'efficienza energetica che è sicuramente un'area di forte interesse e impegno, anche a fronte della sua correlazione con gli obiettivi legati al climate change per la riduzione di CO2. Gli indicatori e i target sono legati alla policy "Environmental footprint": consumo di elettricità/tonnellate di prodotto e di energia termica/tonnellate prodotto.
Dal 1° gennaio 2009, l'energia elettrica per lo stabilimento di Casale Cremasco proviene per il 100% da fonti rinnovabili certificate RECS, trattandosi di energia idroelettrica, con impianti di due tipi: ad acqua fluente o con bacino di raccolta.
Dal 1° gennaio 2010 stabilimento e sede hanno aderito al progetto Impatto Zero® di LifeGate, che prevede la compensazione della CO2 residua (derivante da costruzione e manutenzione degli impianti e dal processo aziendale di vendita di tale energia) con la creazione e tutela di una porzione di foresta in Madagascar e nel Parco del Ticino.
Nel 2010 lo stabilimento ha deciso di sostenere un'attività legata al territorio in cui è situato. In collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Casale Cremasco Vidolasco (CR), Danone ha partecipato alla realizzazione di un Percorso Vita provvedendo alla piantumazione di una quarantina di alberi autoctoni.
Complimenti a Danone!
Anita Richeli
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