mercoledì 4 maggio 2011

Export agroalimentare: record storico

Il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani è aumentato del 13% rispetto all’anno precedente e ha raggiunto il massimo di sempre a 27,7 miliardi di euro nel 2010. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat nella quale si precisa che il risultato è il frutto di esportazioni effettuate per la grande maggioranza nei Paesi dell’Unione Europea per un valore di 19,3 miliardi (+11,2%), ma anche negli Stati Uniti per 2,2 miliardi (+10%) e nei mercati emergenti come quelli asiatici con 1,8 miliardi, dove si è avuto l’incremento maggiore con un +20%.
A crescere all’estero sono tutti i principali settori del Made in Italy, ma il prodotto più esportato è diventato - sottolinea la Coldiretti - l’ortofrutta fresca che, con un aumento del 21% in valore, raggiunge i 4,1 miliardi di euro e sorpassa il vino diventando la principale voce positiva della bilancia agroalimentare. Aumenta peraltro anche il vino, che raggiunge il valore record di 3,9 miliardi (+12%), mentre formaggi e latticini crescono del 15%, per un valore di 1,7 miliardi, e l’olio del 14%, a 1,1 miliardi. Sostanzialmente stabili - precisa la Coldiretti - le esportazioni di pasta, che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 1,8 miliardi.
Tra i singoli prodotti, positive sono soprattutto le performance di quelli a denominazione di origine, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, che mettono a segno un aumento record del 26% sui mercati mondiali, ma anche il prosciutto di Parma, che ha ottenuto nel 2010 il miglior risultato di sempre con un rilevante effetto traino per l’intero settore. In Cina il Grana Padano ed il Parmigiano Reggiano sono aumentati del 162%, nonostante la tradizionale opposizione al consumo di prodotti lattiero-caseari da parte dei cittadini asiatici.

L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All'estero - stima laColdiretti - il falso Made il Italy a tavola fattura 50 miliardi di euro e sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.
I risultati positivi delle esportazioni alimentari non si sono ancora adeguatamente trasferiti alle imprese agricole dove - sostiene la Coldiretti -si registrano ancora in molti settori quotazioni al di sotto dei costi di produzione, a conferma delle pesanti distorsioni che permangono nel passaggio degli alimenti lungo la filiera dal campo alla tavola. (ItalPlanet News)

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