giovedì 19 maggio 2011

Anno Europeo del Volontariato

Consiglio dell’Unione Europea, con i volontari si promuove cittadinanza attiva e democrazia


Il 2011 è l’Anno Europeo del Volontariato. Su decisione del Consiglio dell’Unione Europa,i 27 stati membri celebrano le attività di persone che liberamente e senza fini di lucro dedicano parte del proprio tempo a vantaggio di singoli o della società. L’obiettivo delle istituzioni europee èquello di promuovere la cittadinanza attiva da parte delle organizzazioni di volontariato, del Terzo settore e della società civile.
“Il volontariato – si legge nella Decisione del Consiglio dell’Ue del novembre 2009 – è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e della democrazia, nella quale assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione e in tal senso contribuirà allo sviluppo armonioso delle società europee”. Migliaia gli eventi in programma nell’Unione Europea (anche in Italia) nel corso dell’anno. La valorizzazione e lo scambio delle “buoneprassi” è strategia prioritaria.
Il volontariato interessa un’importante parte della popolazione italiana ed europea. Secondo il Censis, il 26% degli italiani – in leggera prevalenza donne - svolge attività di volontariato. È un impegno piu’ radicato fra i giovani (34%) ma è elevato anche nella fascia 30-44 anni (29%); cala poi via via fino ad arrivare a circa il 20% fra gli anziani.
Volontario perché? Per il 38% la spinta viene dal fare qualcosa di utile per gli altri; per il 27,3%, invece, la motivazione ha radici etico-religiose. Praticamente tutti soddisfatti i volontari: il 97% giudica, infatti, positivamente ciò che producono con il volontariato. La sanità e l’assistenza sono i settori in cui si concentrano le attività; ma significativa è anche la presenza dei volontari italiani nell’ambiente, nella tutela dei diritti, nell’assistenza, nella cultura e nello sport. Si occupano quindi di malati, di giovani, di donne, di bambini, di anziani, di disabili, di detenuti, di immigrati.
Sul piano europeo, si stima che circa il 20% degli europei occupa una parte del proprio tempo libero ad un’attività di volontariato.
Secondo le istituzioni europee, in una società in rapida evoluzione, occorrono misure efficaci disostegno alle attività di volontariato per permettere un’ampia partecipazione da parte delle persone.La Commissione ha rilevato tre aspetti fondamenti a riguardo: quello economico con la creazionedi posti di lavoro; quello sociale, legato alla partecipazione ed alla definizione di politiche sociali; infine, quello politico che riguarda il rafforzamento della democrazia e della partecipazione civica.
In Italia, l’istituzione di riferimento per l’Anno è il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.Le attività di volontariato sono regolate nel nostro paese da una legge quadro del 1991, la 266.
L’Anno Europeo del Volontariato del 2011 coincide con il decennale dell’Anno internazionale dei volontari promosso dalle Nazioni Unite nel 2001. Il ministero del lavoro e delle politiche sociali evidenzia, fra l’altro, che l’Anno 2011 si inserisce in un percorso triennale partito nel 2010 conl’Anno europeo della lotta alla povertà e per l’inclusione sociale al 2012 possibile Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale.
Sempre il ministero, diretto da Maurizio Sacconi, individua i risultati attesi come impatto delle iniziative promosse per il 2011. Fra questi:
- contribuire alla messa in rete delle organizzazioni
- sviluppare la formazione e la cooperazione delle persone che svolgono attività divolontariato;
- stimolare l’innovazione in materia di attività in favore del volontariato e dei giovani;
- migliorare l'informazione dei volontari, compreso l'accesso delle persone con disabilità;
- favorire il riconoscimento delle competenze acquisite dai volontari;
- facilitare un processo di consapevolezza sociale e culturale sul ruolo del volontariato per la creazione e l’implementazione dei legami sociali di comunità;
- aumentare il livello di conoscenza del fenomeno;
- ridurre i margini di comportamenti a rischio nei giovani fornendo loro chiavi dilettura della realtà esterna, ma anche emozionale e relazionale attraverso le caratteristiche valoriali del volontariato;
- promozione della cittadinanza attiva, della coscienza civica europea;
- valorizzazione delle attività di volontariato ai fini relazionali e del PIL sociale.

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