A partire dal 1° maggio 2011 le autocertificazioni sul reddito per ottenere l'esenzione dal pagamento del ticket per visite ed esami specialistici dovranno essere validate dai medici. Lo prevede un decreto del 2009 del ministero dell'Economia. Ma i medici non ci stanno e chiedono che siano le Asl ad effettuare i controlli, mentre tra i cittadini regna la confusione. Secondo il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), Giacomo Milillo, ''c'e' grande disagio tra i medici, che per rispondere a tale incombenza dovrebbero sottrarre tempo a visite e pazienti, ma anche tra i cittadini, spesso confusi sul da farsi, anche considerando le diverse indicazioni da parte delle differenti regioni''. Per questo, i medici di famiglia, ha annunciato Milillo, ''in assenza di una certificazione delle Asl, non inseriranno l'esenzione nelle prescrizioni degli esami. Solo a questa condizione accetteremo, in via transitoria e per venire incontro agli assistiti, di trascrivere l'esenzione per reddito, ma riteniamo che tale procedura a regime debba avvenire per via automatica''.
Fino ad ora, infatti, erano gli utenti stessi a garantire in un'autocertificazione di far parte di quel nucleo di persone - bimbi sotto i 6 anni e ultra65enni di famiglie con redditi complessivi inferiori a 36mila euro annui - che possono essere esentati dal pagamento delle prestazioni sanitarie. Ebbene, da domani quella dichiarazione non avrà più valore. A dirlo è un decreto del ministero dell'Economia, che dal 1º maggio 2011 obbliga i medici di famiglia a verificare le condizioni per l'esenzione, e - se ci sono - a inserirle nella ricetta di prescrizione per la visita o l'esame. Un'impostazione contestata dagli stessi dottori, poco contenti per l'incarico che viene loro affidato. «Dovrebbe essere l'Asl a occuparsi della questione», dicono. E ora siamo all'impasse. Col risultato di disorientare non solo gli utenti, ma anche gli stessi medici e impiegati Asl. «C'è una proroga». Interpellato sull'argomento, il direttore generale dell'Asl 12 Versilia Giancarlo Sassoli afferma che «a breve si terrà una riunione tra Regione, aziende sanitarie e medici per decidere il da farsi». E nel frattempo? Dagli uffici dell'Asl garantiscono che si andrà avanti in regime di proroga, nel senso che - fino a data da destinarsi - si considereranno valide le autocertificazioni fornite dagli utenti al momento della prestazione. Poi si adotteranno inevitabilmente le nuove norme. Resta, comunque, un paradosso: secondo la legge quelle dichiarazioni non sono valide per consentire l'esenzione del ticket. E questo potrebbe causare problemi anche in vista dei numerosi controlli a campione che fa la Guardia di finanza sulle esenzioni.
«Una richiesta inaccettabile». A spiegare il perché si sia creato questo caos è Enrico Salvatori, medico di famiglia e direttore della Società della salute. «Il fatto è - afferma Salvatori - che la richiesta del ministero è assurda. Ogni volta che si presenta un paziente per farsi prescrivere una visita o un'esame, e chiede l'esenzione del ticket, il suo medico dovrebbe consultare il sito Internet del ministero e controllare i dati reddituali dell'utente. Si dà il caso, però, che quel sito spesso non funziona, e tra l'altro ci sono i dati del 2008. Quindi, visto che la gratuità o meno della prestazione viene calcolata sui redditi dell'anno precedente, sono assolutamente inutili». Per Salvatori sarebbe necessario «consentire al medico di inserire i dati sul reddito una volta all'anno. Per far questo, la Regione sta pensando di acquistare un programma elettronico, una sorta di aggiunta a quello già assegnato per le dichiarazioni da fornire all'Inps. Grazie a quel programma al dottore basta inserire il nome del paziente per verificare il suo reddito, e capire se può convalidare la richiesta di esenzione». Nell'attesa, si navigherà a vista.
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